INTERPRETAZIONI E
TRASFORMAZIONI
In questa
sede vorrei mettere in evidenza alcuni esempi di brani famosi, da qualunque
genere vengano (musica classica, leggera, pop, danza…) dei quali prenderò in
considerazione varie interpretazioni e, per alcuni, una o più trasformazioni.
Metterò a
confronto gli interpreti, proporrò le trasformazioni più significative, sia in
senso positivo, sia in senso da me reputato negativo. Mi permetterò sempre di dire la mia,
in ciò che considero bene ed in ciò che considero meno bene.
Naturalmente,
mi farebbe molto piacere instaurare una discussione con i miei lettori, per
sapere se condividono, o meno, il mio parere.
INDICE
L’indice
viene fatto sulla base di ciò che ho messo, ma andrà continuamente aggiornato,
ogniqualvolta metterò un argomento nuovo. Non è in ordine alfabetico, ma in
ordine “di apparizione”, ossia di come mi sono venute le cose.
Per ora, gli
argomenti che ho trattato sono questi:
Charles
Gounod
|
“Ave Maria”
(Bach – Gounod)
|
Ludwig Van
Beethoven
|
“Per Elisa”
|
Fryderyk
Chopin
|
“Valzer un
minuto”
|
Gershwin
|
“Summertime”, da “Porgy and Bess”
|
Ligabue
|
“Certe notti”
|
Paoli – Mogol - Toang
|
“Il cielo
in una stanza”
|
Giacomo
Puccini
|
“Nessun
dorma” da: “Turandot”
|
Charles
Gounod
|
“Salut
demeure chast et pure” da “Faust”
|
Vasco
Rossi
|
“Albachiara”
|
Giuseppe
Verdi
|
“La donna
è mobile” da: “Rigoletto”
|
Antonio
Vivaldi
|
Primo
movimento da: “La primavera” (da: “Le
quattro stagioni”, Rv 269)
|
Il soprano
Coloratura
|
Confronto
tra soprani coloratura
|
AVE MARIA BACH - GOUNOD
Partiamo, nel nostro viaggio dalle “Ave Marie” di Bach
– Gounod.
Questo brano è stato scritto, originariamente, per
clavicembalo solo, senza il canto.
La parte strumentale, infatti, è costituita dal primo
preludio del “Clavicembalo ben temperato”, composto da Giovanni Sebastiano
Bach. Originariamente, è in Do Maggiore.
Gounod ha trasformato questo preludio
nell’accompagnamento alla sua Ave Maria.
ORIGINALE
PLACIDO DOMINGO
Una delle più belle interpretazioni è quella di
Placido Domingo, che si distingue da molte altre per la voce stentorea, lo
smalto e il sentimento che riesce a dare a questo brano.
http://www.youtube.com/watch?v=IS1LRrEbgNY
MARIA CALLAS
Andiamo avanti con Maria Callas, una delle più grandi
soprano del secolo. Interpretazione superba, delicata e al contempo
vibrante. E’ un cantar facile, quello
della Callas, con scioltezza ed espressività.
http://www.youtube.com/watch?v=N6jtO5-Q0YY
ANDREA BOCELLI
Forse una interpretazione con meno spessore, ma
comunque una buona interpretazione: garbata, sciolta, lirica ma non troppo.
Comunque, assolutamente appropriata.
http://www.youtube.com/watch?v=YR_bGloUJNo
TRASFORMAZIONI
Finora abbiamo visto l’Ave Maria di Gounod
interpretata con le stesse modalità in cui è stata scritta dal suo autore.
Ma cosa succede quando le modalità vengono cambiate, a
volte, addirittura, invertite?
C’è da fare dei distinguo: una trasformazione è
accettabile, addirittura encomiabile, se è un capolavoro! Altrimenti, è proprio
una schifezza.
Cercherò di spiegarmi meglio attraverso gli esempi che
vi propongo.
AVE MARIA
VERSIONE BOBBY MC FERRIN
Ascoltare prima di parlare, ma attenzione: Mc Ferrin è
un jazzista, e un grande comunicatore. La registrazione è dal vivo e, prima di
cominciare, fa un appropriato, ma alquanto ampio, preambolo. Il pezzo che ci
interessa è al minuto 2.08, quindi, se volete, potete guardarvi la
presentazione, oppure andate direttamente al minuto 2, o giù di lì.
http://www.youtube.com/watch?v=PgvJg7D6Qck
Sentito che roba?
Mc Ferrin ha fatto fare la parte da solista al coro
improvvisato presente in sala, mentre lui ha sostituito il clavicembalo, o lo
strumento che avrebbe dovuto fare l’accompagnamento al solista, con la propria
voce.
In questo modo, le parti si sono praticamente
invertite, ma ne è risultato un vero capolavoro!
Grazie ovviamente alla professionalità ed all’estrema
bravura del soggetto, oltre che alla sua perspicace, e, oserei dire,
coraggiosissima scelta.
AVE MARIA
ALBANO E GASDIA
Una sensazione di pesantezza, data da un coro
inopportuno, pesante, che interviene nel bel mezzo del canto solistico, anzi,
pardon, del duo; scompenso tra le voci della Gasdia (soprano un tempo
raffinatissima e tra le migliori che abbia mai ascoltato) e di Albano (re del
pop); ricerca della “gigionata” in certi punti (ma che c’entra??? E’ sempre un
raffinatissimo pezzo classico, e, in più, sacro).
Poteva forse essere una buona idea, ma la voce
graffiante, seppur con grande estensione, del cantante pop, mal si addice al
connubio con quella impostata della cantante lirica, a dimostrazione che, tra i
due generi, a parte rarissime occasioni appositamente create ad hoc, non c’è un
fico secco di attinenza.
Ma tant’è… il mondo, adesso, va così… Così è se vi
pare!
http://www.youtube.com/watch?v=Z7pLjJx_hlc
AVE MARIA
BARBARA STREISAND
Quando uno è un artista, mi vien da dirlo, è un
artista sempre. Barbara Streisand canta in inglese l’Ave Maria di Gounod, la
esegue con la sua voce, tipica da musica leggera, eppure riesce a infondere in
questa versione così strana un qualcosa di bello, dolce, suadente, nettamente
appropriato.
Il timbro non sarà quello giusto per fare un’aria di
fine Ottocento, ma la stoffa non è acqua.
Sentire per credere!
http://www.youtube.com/watch?v=KZxjA3NfC7g
PER ELISA
ORIGINALE
Questo è
“per Elisa” come l’ha scritta Beethoven: lieve, dolce, insomma, come la
conosciamo. Non chiedetemi chi sia il pianista. Non ne ho trovato il nome, però
è come andrebbe suonata.
http://www.youtube.com/watch?v=bL_CJKq9rIw
TRASFORMAZIONI
Versione Carosone
Carosone, da
buon jazzista, fa di “Per Elisa” una versione particolare, inframmezzata ad
altre melodie, prese da Bach. Pur non essendo nulla di particolare, è un
bell’arrangiamento, accompagnato da batteria.
http://www.youtube.com/watch?v=sSJYQ9Ol6yE
Versione Bollani
Bollani
racconta che suo nonno possedeva un disco con l’incisione di “Per Elisa” di
Beethoven. E lui la ascoltava spesso, anche se la puntina del grammofono del
nonno spesso saltava, quindi, nella sua memoria è rimasto quello che sentirete.
Nel suo genere, è un vero capolavoro!
http://www.youtube.com/watch?v=5FulwVq1F0I
Versione new age (Dan Gibson)
Ed ecco una
versione romanticona che più di così non si può, eseguita da Dan Gibson, con
un’introduzione che ricorda “A Salty dog” dei Procol Harum. Solo che le onde
del mare sono sempre presenti, in secondo piano.
http://www.youtube.com/watch?v=_x-RLfgXtEQ
VALZER DEL MINUTO
Il titolo
esatto di questo brano è: “Valzer op. 64
n. 1”. Viene chiamato “Valzer del minuto” per la brevità.
Almeno ch’io
sappia, anche se non è mai stato eseguito in un minuto, bensì con qualche
decina di secondi in più, questo valzer colpisce comunque per l’agilità con la
quale deve suonare il pianista, sempre alle prese con note rapidissime, nella
prima e ultima parte, e con un morbido, carezzevole tema, che mitiga il tono
del brano, che, altrimenti, potrebbe diventare troppo ripetitivo.
ORIGINALE
Alexander Hintchev
Questo
brano, in questa versione, è eseguito come è stato scritto dal suo Autore: con
uno stile tipicamente chopiniano. L’esecutore è Alexander Hintchev, famoso
pianista bulgaro; l’esecuzione è assolutamente ineccepibile.
http://www.youtube.com/watch?v=_EOmmWpF-a0
Valentina Lisitsa
Anche la
versione prodotta da Valentina Lisitsa, pianista ucraina di grande spessore, è
assolutamente perfetta. La pulizia del
suono e la grande maestria con cui la Lisitsa esegue questo pezzo ne fanno
certamente un esempio da ascoltare.
http://www.youtube.com/watch?v=X2JCxapd5hU
TRASFORMAZIONI
Un motivo
così accattivante e fugace, non poteva far altro che produrre delle
trasformazioni, invogliare qualcuno a “sfruttarlo”. E di modifiche, questo
valzer ne ha avute parecchie. Consideriamone una, eseguita da due cantanti:
Barbara Streisand e Mina, che hanno mutato il famoso valzer breve in “Questo
Settecento” e in “Minute waltz”.
Ascoltiamo
entrambe le versioni, che, per quanto trasformino totalmente lo spirito di
questo brano, sono davvero carine.
Questa è la
versione di Mina (“Questo Settecento”)
http://www.youtube.com/watch?v=5cgPQoEiDJ4
Ed ora,
quella della Streisand (“The minute waltz”), in inglese.
http://www.youtube.com/watch?v=NQZVL9gGxi0
In entrambe
le cantanti si può notare, al di sopra di tutto, una cosa: che sanno fare il
loro mestiere.
SUMMERTIME
ORIGINALE
La
derivazione dalla musica jazz spicca con grande evidenza in questa versione,
originale, di “Summertime”. Si può notare come la voce, abbastanza grezza, da
nera, della cantante, metta in evidenza un’impronta di tal fatta.
http://www.youtube.com/watch?v=ixdJLXDT_QM
TRASFORMAZIONI
Ma la
melodia suadente del brano, una specie di ninna nanna americana da opera jazz,
attrae gli interpreti, trasforma gli accompagnamenti, fa sì che venga eseguita
da cantanti di tutti i tipi, dal soprano lirico puro alla cantante rock.
Vediamo
alcuni esempi salienti:
Callas
La voce
affascinante della Callas non si può dire che calzi a pennello con questo
brano, ma la sua è comunque un’interpretazione di rilievo, anche se troppo lirica,
anche se travisa la componente timbrica in modo troppo sostanziale, con vibrati
tipici da melodramma ottocentesco.
http://www.youtube.com/watch?v=alrBe2XF0IA
Renée Fleming
Anche Renée
Fleming dà al brano una interpretazione tendenzialmente, anzi, esclusivamente,
lirica.
http://www.youtube.com/watch?v=hRCRMJwrTY8
Ella Fitzjerald
La voce
della Fitzjerald è semplicemente stupenda. Il brano è affrontato con
personalità e con quel pizzico di “sound jazz” che non fa mancare al pezzo il
sapore della sua origine. Nella voce della Fitzjerald c’è un velluto, una
spontaneità rara anche nelle sue colleghe più affermate. Notate gli
abbellimenti che la Fitzjerald improvvisa sul canto, la facilità con cui
produce le note più acute, la flessibilità vocale.
Ah,
dimenticavo, questa eccezionale interpretazione è stata fatta dal vivo, a
Berlino, nel 1968.
http://www.youtube.com/watch?v=u2bigf337aU
Ella Fitzjerald e Louis
Armstrong
Delizioso il connubio tra la voce suadente,
angelica, che mette in luce la Fitzjerald in “Summertime” e quella rauca,
tipicamente “scat” di Armstrong, che rivela, come sempre, le sue doti di
cantante, e di trombettista jazz. Nel brano appare, infatti, in alcuni punti,
anche la sua inconfondibile tromba.
http://www.youtube.com/watch?v=LDF4_qVgbFU
Janis Joplin
Del tutto
diverso il caso della Joplin. La voce rauca, a volte afona, stridente,
spettrale, stridula, direi acida, più che a far addormentare un bambino
potrebbe fargli venire la voglia di buttarsi dalla finestra. Ma
l’interpretazione, nel suo genere, è semplicemente fantastica. Può considerarsi
un vero capolavoro di questa cantante, morta a soli 27 anni per una overdose di
eroina.
http://www.youtube.com/watch?v=guKoNCQFAFk
CERTE NOTTI
Non c’è
bisogno di essere appassionati di rock italiano per conoscere “Certe notti” di
Ligabue… la conosco perfino io!
Bene, io
conosco due versioni di questa canzone: la prima è originale, la seconda… un
po’ meno.
Per questa
canzone metto il testo, in quanto è necessario non tanto per l’originale, che
si capisce bene, quanto per seguire il cantante della seconda versione che,
altrimenti, è un po’ difficile da seguire.
CERTE NOTTI
Certe notti la
macchina e' calda
E dove ti porta lo decide lei
Certe notti la strada non conta
Quello che conta e' sentire che vai
Certe notti la radio che passa Neil Young
Sembra avere capito chi sei
Certe notti somigliano a un vizio
Che tu non vuoi smettere, smettere mai.
Certe notti fai un po' di cagnara
Che sentano che non cambierai più
Quelle notti fra cosce e zanzare
E nebbia e locali a cui dai del tu
Certe notti c'hai qualche ferita
Che qualche tua amica disinfetterà
Certe notti coi bar che son chiusi
Al primo autogrill c'e' chi festeggerà
E si puo' restare soli
Certe notti qui
Che chi s'accontenta gode
Così così
Certe notti sei sveglio
O non sarai sveglio mai
Ci vediamo da Mario prima o poi
|
Certe notti ti
senti padrone di un posto
Che tanto di giorno non c'e'
Certe notti se sei fortunato
Bussi alla porta di chi e' come te
C'e' la notte che ti tiene fra le sue tette
Un po' mamma e un po' porca com'e'
Quelle notti da farci l'amore
Fin quando fa male fin quando ce n'e'
E si può restare soli
Certe notti qui
Che se ti accontenti godi
Così così
Certe notti son notti
O le regaliamo a voi
Tanto Mario riapre prima o poi
Certe notti sei solo
Più allegro, piu' ingordo,
Più ingenuo e coglione che puoi
Quelle notti son proprio quel vizio
Che non voglio smettere smettere mai
E si puo' restare soli
Certe notti qui
Che chi s'accontenta gode
Così così
Certe notti sei sveglio
O non sarai sveglio mai
Vi vediamo da Mario prima o poi.
|
ORIGINALE
Nella
versione originale si apprezza la voce del cantante, tipicamente rock, grave,
decisa. Ligabue è uno dei maggiori esponenti del rock italiano con Vasco Rossi
e Adriano Celentano.
http://www.youtube.com/watch?v=Se1YVVWRiOs
TRASFOMAZIONI
La Banda
Osiris è un gruppo musicale formato da quattro bravi musicisti: Gianluigi e
Roberto Carlone, Giancarlo Macrì, Sandro Berti, in azione fin dal 1980. Nei
loro spettacoli c’è la costante fusione di musica, teatro e comicità che
sprizza da tutti i pori, come potrete notare ascoltando “Certe notti” di
Ligabue nella loro originalissima versione, accompagnati al pianoforte da
Stefano Bollani. Il cantante che esegue
la parte vocale di certe notti è Gianluigi Carlone, un cantante sorprendente in
quanto è in grado di simulare una infinità di modi e timbri vocali, compresa la
rarissima voce del fischio.
http://www.youtube.com/watch?v=fKhfQRX0Ek8
Che dire di
questa interpretazione? Beh, fate
voi!!!
IL CIELO IN UNA STANZA
Tra i
cantautori genovesi, Gino Paoli è stato sicuramente quello di maggior successo.
Dotato di una voce non eccezionale, è un cantautore in grado di scrivere testi
molto interessanti e di contornarli delle musiche più appropriate.
Chi non ha
mai ascoltato, almeno una volta, la canzone “Il cielo in una stanza” o “Quattro
amici al bar”? Bene, “Il cielo in una stanza” ha avuto una bellissima storia,
secondo il mio parere. Il testo, poeticissimo, che porta la firma di Mogol e
Toang e la musica, costituita prevalentemente da frammenti di scale inframmezzati
ad accordi spezzati, hanno reso questo
brano orecchiabile, memorizzabile facilmente, cantabile, quindi trasmissibile
con estrema facilità a una marea di persone che l’hanno cantata, suonata,
interpretata in tutti i modi possibili.
Ma la storia
non è finita qui. Ad arricchirne la popolarità è arrivata l’interpretazione di
una grande cantante, Mina, che l’ha praticamente modellata sulla sua voce, e
che ha fatto la vera fortuna di questa canzone.
Ascolteremo,
come sempre, dapprima l’originale, come la cantava Paoli nel 1960.
ORIGINALE
Voce pulita,
parole comprensibili, accompagnamento tranquillo, ritmo binario dolce,
andamento moderato, melodia dolce ed appropriata al testo, variazioni ritmiche
altrettanto appropriate, in crescendo. Paoli la esprime con dolcezza e anche
con una certa decisione. L’arricchimento organologico con i violini nella parte
più decisa le conferisce quel tocco romantico che non guasta. E’ proprio una bella canzone, che termina con
le stesse cadenze di note con cui è cominciata.
http://www.youtube.com/watch?v=XWYHo7Fnn7A
TRASFORMAZIONI
PAOLI 2000
È raro che a qualcuno non piaccia il jazz, con
i suoi arrangiamenti, le sue improvvisazioni, le modulazioni insolite che ne
costituiscono la novità rispetto agli altri generi musicali. Ma da qui a
trasformare “Il cielo in una stanza” in un motivetto jazzeggiato… beh, ce ne
vuole. E poi quando Paoli, di jazzeggiato, nella voce, non ha proprio nulla, e
canta il tutto come prima. La prima volta che la sentii, esclamai: “Ma c’sèl,
sta ròba???”
Quante volte
mi sono detto: ma Paoli non poteva dormirsela tra quattro guanciali, piuttosto
che andare attorno a una canzone che, in sé, era perfetta?
Ohi, non è
che la canzone sia brutta, o che Paoli, nel 2000, canti male, ma di rovinare i
capolavori era meglio non se ne parlasse.
Questa
versione può piacere, forse, a chi non ne ha mai sentito la prima versione,
quella buona!
http://www.youtube.com/watch?v=A9tcadiuNL4
Mina
Altra cosa è
la canzone eseguita da Mina. La sua voce la nobilita, l’interpreta, ne fa un
capolavoro nel capolavoro; la sua voce, sensuale, estesa, facile, piena di
armonici, le dà un senso diverso. Le dà
quella spinta in più, quel qualcosa che mancava, con tutto rispetto, nelle
corde, e non solo vocali, di Paoli.
http://www.youtube.com/watch?v=11mejVpT6Yg
NESSUN DORMA
Credo che,
nella storia della musica, non vi sia stato brano più interpretato (nel bene e
nel male) di “Nessun Dorma”, tratto dall’opera “Turandot”, ultima opera,
incompiuta, scritta da Puccini nel 1924 e rappresentata per la prima volta,
postuma, completata da Franco Alfano, nel 1926.
ORIGINALE
Luciano Pavarotti
Certamente
la più celebre interpretazione di questo brano è quella del tenore Luciano
Pavarotti, che l’ha resa famosa in tutto il mondo. Pavarotti non ha mai cantato
l’opera intera, ma l’interpretazione che fa di quest’aria è davvero sublime.
Eccolo in una esecuzione fatta a New York, Metropolitan theatre, nel 1980.
http://www.youtube.com/watch?v=TOfC9LfR3PI
Mario del Monaco
Ecco un
altro originale. Eseguito da Mario del Monaco, uno dei più grandi tenori lirico
drammatici di tutti i tempi. L’interpretazione è ottima, la voce sicura,
estremamente espressiva.
http://www.youtube.com/watch?v=9ta20mbsd6Y
Beniamino Gigli
Gigli fu il
più acclamato tenore lirico dopo Caruso. La voce era potente e al contempo,
vellutata, ricca di sentimento.
http://www.youtube.com/watch?v=ru8Lf_SAPIo
Jussi Bioerling
Bioerling
era un tenore svedese che, per la qualità della voce, era soprannominato il
Gigli del Nord.
http://www.youtube.com/watch?v=bUbA5y1hnFg
TRASFORMAZIONI
Dalla - Gasdia
Avete mai
provato, se portate un paio di scarpe numero 40, a mettervi un paio di scarpe
del 35, magari con tacchi alti?
Bene, se non
l’avete mai fatto, fatelo e, in contemporanea, ascoltate questa versione di
“Nessun dorma”. Penso che avrete la stessa sensazione.
Un cantante
di musica leggera, per quanto bravissimo nel suo genere, non può esserlo
altrettanto in generi che pretendono uno stile di canto realizzato con anni di
studio, per plasmare la voce come si deve. La voce di Dalla è secca, stridula,
fatiscente. Quella della Gasdia (ma cosa si è messa a fare una cantante di tal
calibro!!!) è innanzitutto quella di una donna, poi, accanto a quella di Dalla,
si fa attaccare la malattia dal cantante maschio e canta (male) quasi quanto
lui.
Insomma, un
vero disastro! Comunque… ascoltate, per credere!
http://www.youtube.com/watch?v=JH08Fw4OqOA
Albano
Voce
potente, voce ampia, voce adattissima al genere pop melodico, di cui è
considerato il re, in Italia. Albano ha una voce eccezionale, quando canta il
suo genere. In “Nessun dorma”, pur arrivando facilmente alle note più acute,
compreso il Si finale, non riesce proprio a convincere.
La sua voce
è priva di quello smalto che solo i buoni cantanti lirici possiedono. Risulta
fuori dalla posizione di suono indispensabile per arrotondare la nota, per
renderla appetibile, per realizzare quella magia dove Pavarotti, e con lui
tanti altri tenori, eccellono.
Anche in
questo caso… ascoltare per credere!
http://www.youtube.com/watch?v=EHDu-sr5EPE
E poi c’è il Nessun Dorma di
Caparezza
Beh, in
questo caso la celebre aria pucciniana viene presa solo come citazione… il
resto è proprio Caparezza (da: “Il sogno eretico”, tour del 2011).
http://www.youtube.com/watch?v=Af-HUTzyBfU
SALUT, DEMEURE CHAST ET PURE
“Faust” di
Charles Gounod (1818 – 1893) trae la sua ispirazione dal “Faust” di J. W.
Goethe. E’ la storia del vecchio il
quale, per prolungare la sua giovinezza, chiede aiuto al demonio, che, in
cambio, chiede la sua anima. Gounod, su libretto di Barbier e Carré, ne fece
un’opera, che debuttò nel 1859 e che ebbe, ed ha tuttora, un grande successo.
“Salut,
demeure chaste et pure” , tratto dal “Faust “, è stato scelto da molti tenori
per mettere in luce le proprie doti vocali. Si presta, infatti, ad essere
interpretato in più di un modo, specialmente nella parte più acuta. Infatti, un
tenore può dar sfoggio, in questo tratto del brano, delle sue qualità migliori,
tra cui, in alcuni casi, dello smorzato, ossia della capacità di rendere la
nota più acuta (un Do3, che nel pentagramma si rappresenta con Do4) dal forte,
o fortissimo, al pianissimo.
Pochi tenori
ci riescono, in quanto debbono possedere una tecnica veramente perfetta.
L’aria viene
cantata da Faust, che contempla la casa di Margherita, il suo delizioso
giardino, all’inizio del terzo atto di
questa lunga opera, che consta di ben cinque atti.
Metto il
testo sia in francese (la lingua originale), sia in italiano (lingua con la
quale, spesso, in Italia, specie negli anni passati, si eseguiva l’opera).
Salut!
Demeure chaste et pure, où se
devine
La
présence d’une âme innocente et divine!
Que de
richesse en cette pauvreté!
En ce réduit,
que de félicité!
Ô nature,
c’est là que tu la fissi belle!
C’est là
que cette enfant a dormi souston
aile,
A
grandisoustes yeux!
Là que,de
ton haleine enveloppantson
âme,
Tu fis
avec amour épanouir la femme
En cet
ange des cieux!
C’estlà!
oui! C’estlà!
Salut!
Demeure chaste et pure, où se
devine
La
présence d’une âme innocente et divine.
|
Salve dimora casta e pura,
Che a me rivela la gentil fanciulla,
Che al guardo mio la cela!
Quanta dovizia in questa povertà!
In quest'asil quanta felicità!
In quest'asil quanta felicità!
O bei lochi!
Bei lari ove leggiadra e bella!
Ella aggirarsi suol
Ove gentile e snella;
Ella percorre il suol!
Qui la baciava il sole
E le dorava il crine,
Su voi rilvolger suol
Le luci sue divini,
Quell'angelo del ciel!
Si qua, si qua...
Salve dimora casta e pura!
Che a me rivela la fanciulla
Che al guardo mio la cela!
|
INTERPRETAZIONI
ECCELLENTI
Enrico Caruso
Cominciamo
la nostra carrellata di tenori con Enrico Caruso. La registrazione è del 1906.
E’ comunque pulita, in quanto è stata rimasterizzata. Il timbro è stupendo:
cristallino, acuto, giustamente metallico
e relativamente scuro al contempo. Non è difficile pensare che questo
cantante, napoletano d’origine, sia stato considerato come il pià grande tenore
dei primi anni del Novecento.
http://www.youtube.com/watch?v=6jylasOvcXg
Beniamino Gigli
In questo
caso, l’aria è preceduta da una breve introduzione. La lingua utilizzata è
l’italiano. In epoca fascista, per motivi patriottici, o nazionalistici, furono aboliti i testi in lingue diverse dall’italiano, ed è per
questo motivo che molte opere vennero tradotte nel nostro idioma.
Attualmente
questo non succede più: cambiare una lingua, il più delle volte, vuol dire
cambiare la musicalità del pezzo. Nonostante ciò, la voce di Beniamino Gigli
rende alla perfezione quest’aria.
Naturalmente, con il testo in italiano, le parole si capiscono meglio…
http://www.youtube.com/watch?v=YnBu3-wAd6Y
Giacomo Lauri Volpi
Giacomo
Lauri Volpi (1892 – 1979) è stato uno dei più grandi cantanti lirico spinti
della metà del Novecento. Tra le sue opere, è da citare in particolare
“Otello”, eseguito nel 1942, alla Scala di Milano. Voce molto interessante,
composta, che raggiungeva con estrema facilità anche le note più acute. Non sono da considerare, di questo artista,
le ultime incisioni, per avvalorarne la bellezza della voce. Come tutti i
cantanti, anche Lauri Volpi, dopo i sessant’anni, ebbe un notevole declino, ma,
come tanti altri suoi colleghi, non smise mai (purtroppo) di esibirsi, fino a
oltre ottant’anni.
http://www.youtube.com/watch?v=RpCy98rDPeY
Jussi Bioerling
La voce
vellutata di Bioerling e la sua estrema facilità, specialmente nel registro
acuto, rendono questa romanza dolce, la fanno sembrare facile, tanta era la
padronanza vocale di questo artista con la A maiuscola. Da notare che è cantata
in svedese, in un recital dal vivo.
http://www.youtube.com/watch?v=qj1LEUh4kto
Giuseppe di Stefano
Con Di
Stefano si potrebbe parlare della più bella voce di tenore lirico mai esistita
al mondo. Tra le innumerevoli opere eseguite, Faust, cantata al Metropolitan
Theatre di New York, nel 1949, insieme
alla grande Dorothy Kirsten, nel ruolo di Margherita. Ascoltate la suggestiva
interpretazione della romanza, ed ammirate la facilità con la quale smorza il
Do di petto, per portarlo dal forte al pianissimo. Pochi ci riescono;
pochissimi ci riesco bene…
http://www.youtube.com/watch?v=5OnbR5v6Llg
Franco Corelli
Tenore
lirico drammatico, con voce omogenea, scura e potente, la sua interpretazione
del brano ha qualcosa di diverso dalle altre interpretazioni: a cominciare
dalla potenza di suono, che viene ancor più messa in rilievo dall’acuto. Seppur
“preso dal basso”, quando entra nella nota è di una potenza davvero esplosiva.
Proprio, come si suol dire, “a voce piena”!
http://www.youtube.com/watch?v=PRUeGHTex-8
Alfredo Kraus
Una delle
voci più longeve e tecnicamente precise. Kraus ha cantato, e bene, fino alla
fine della vita. E’ un caso davvero rarissimo, nella storia dell’opera.
Cantante tedesco, si è esibito in tutti i teatri del mondo, in particolare in
quelli italiani, riscuotendo sempre calorosi consensi. L’interpretazione che ti
propongo è dal vivo, a Tokio, del 1973: nota la spontaneità del canto,
avvalorata da una tecnica vocale praticamente perfetta. Ascolta
attentamente l’insieme dal brano, e
l’acuto, spavaldo, lungo, stentoreo!
http://www.youtube.com/watch?v=f38Wfoevlgs
Jerry Haddey
Tenore
lirico puro, con una voce piena, ricca, espressiva, la sua interpretazione del
brano è davvero convincente. L’acuto è
diverso da quello di tutti gli altri. E’ eseguito, infatti, in un
leggerissimo falsetto, che sfrutta anche per le altre, poche note che restano
al brano per finire.
http://www.youtube.com/watch?v=mXnAnOIWkyU
Placido Domingo
Domingo non
ha certo bisogno di presentazioni. Tenore musicalmente coltissimo (attualmente,
dopo i settant’anni, fa il direttore d’orchestra), musicista completo, è stato
protagonista nelle scene di oltre
settanta opere. Può considerarsi come il più completo cantante di tutti i
tempi. La sua voce, lirico drammatica, spazia nei repertori più vari. La voce
piena, leggermente tendente a quella del baritono, dà al brano un senso
piuttosto drammatico. Il fiato, preso prima dell’acuto, gli consente di
prendere il Do con una maggiore esuberanza.
http://www.youtube.com/watch?v=ovu0cJH4394
Luciano Pavarotti
Oltre trenta
le opere interpretate da Pavarotti nella sua luminosa carriera. Tenore lirico,
dal timbro particolarmente generoso, la sua interpretazione di “Salut demeure”
è caratterizzata da una voce molto particolare, inconfondibile. I suoni sono
sempre legatissimi, controllati, e al contempo naturali. L’aria è introdotta
dalle frasi che la precedono. L’acuto si può dire solo che è bello!
http://www.youtube.com/watch?v=ZWg7NRT3NbM
Giuseppe Sabbatini
Sabbatini è
tra i tenori italiani più quotati e raffinati dell’ultima generazione. E’ un
musicista completo. Quando non canta, fa il direttore d’orchestra, lavoro che,
attualmente, lo ha portato a grandi soddisfazioni. La sua voce è quella del
tenore lirico puro. E’ estremamente espressiva, duttile, ma sempre controllata.
Ascoltate il brano e notate la perfezione con la quale affronta il Do acuto,
portandolo dal forte al pianissimo senza alcuna incertezza, filandolo fino alla
fine. Oltretutto, dal vivo.
Sorprendente!
http://www.youtube.com/watch?v=fay_-3WnlQU
ALBACHIARA
ORIGINALE
Vasco Rossi
scrive e interpreta “Albachiara” in un singolo del 1979. Il brano ha subito un
successo strepitoso.
La canzone
fu scritta di getto, mentre la madre cucinava. Gli fu ispirata da una ragazza
tredicenne di Zocca, il suo paese natale, mentre passava per la strada.
L’interpretazione
di Rossi è davvero originale. In particolare, è strana la sua emissione vocale,
all’inizio della canzone, subito dopo quattro accordi di un pianoforte solista:
un inimitabile falsetto rauco, che le conferisce un sound quasi spettrale
(sembra imitare un po’ il timbro di Janis Joplin, al maschile…). Poi la voce si
amplia, diventa quella tipica del cantante, che accenna al falsetto solo verso
le ultime parole, dopo le quali la musica procede con una lunga coda, solo
strumentale.
L’interpretazione,
per questo genere di brano, può considerarsi unica ed inimitabile, sicuramente
appropriata.
http://www.youtube.com/watch?v=leZmTg-Ym-Q
TRASFORMAZIONI
La
tentazione di reinterpretare un brano celebre è venuta a molti artisti.
Addirittura, è venuta al Teatro alla Scala di Milano!
Ma
procediamo con ordine.
Lasciamo
perdere la versione dei “Buio pesto”, che c’entra e non c’entra…
NOEMI
Non canta
male, la Noemi, ma non vi sembra che stravolga il brano, che lo renda
completamente svilito da qual fascino da rockettaro un po’ allampanato che
aveva stupendamente reso il suo autore? Da quel capolavoro magnificamente
strampalato che se lo vai a modificare anche solo di un suono è come se tu togliessi
una carta di sotto a un castello di carte?
http://www.youtube.com/watch?v=-2GcFfy2QMs
SCALA DI MILANO
Mo se Vasco
Rossi, e quelli della Scala fossero andati a fare un giro, magari in bicicletta,
che so, Roma Sidney, con tanto di traversata dall’Oceano a nuoto, magari senza
ritorno, non sarebbe stato meglio?
Va bene
Noemi, va bene che al mondo tutto si può danzare, ma almeno non fatemi danzare
“Albachiara” da una vecchietta più che trentenne! Albachiara non è né
Albagrigia, né Albascura, perbacco!
E poi… ma lo
sapete voi chi è Vasco Rossi??? Lo abbiamo scambiato, forse, per Morricone???
Per un musicista d’atmosfera da film, e per di più romantico? E in più con un
coretto lirico che fa proprio pena, in questo contesto!
Ma io mi
meraviglio che il Vasco c’è stato, a questo gioco!!! O gli hanno dato una
mazzetta da un milione, oppure s’è rincoglionito! C’sèl, sta roba? Il arà fàta
nech a la schéla, mo l’è propri ‘na ciusté!
http://www.youtube.com/watch?v=giZKj0fkWxY
LA DONNA E’ MOBILE
Quest’aria
deriva dall’opera “Rigoletto” di Giuseppe Verdi. L’opera è ambientata alla
Corte di Mantova, in epoca rinascimentale.
Il
protagonista maschile, il Duca di Mantova, incurabile, ricco e nobile libertino
(tenore), fa invaghire di sé Gilda, figlia di Rigoletto, il giullare di
corte, e la seduce solo per gioco.
Rigoletto medita vendetta. Assolda un sicario, Sparafucile, per uccidere il duca, ma questi, anziché
eliminare il duca di Mantova, accoltella Gilda che, saputo delle peripezie del
padre, ancora pazza d’amore per l’amante, si è travestita da uomo, per
sostituirlo e ingannare, in questo modo, Sparafucile. Morirà tra le braccia del
padre, disperato.
Nell’aria
“La donna è mobile” il Duca di Mantova esprime ciò che pensa delle donne in
generale: esse sono mobili qual piuma al vento, leggiadre ma menzognere, tanto
da essere sempre misero colui che affida
loro il suo cuore (verrebbe da dire: “Senti chi parla”). Prima di ascoltarla,
leggi il testo:
La donna è mobile
qual piuma al vento,
muta d'accento e di pensiero.
Sempre un amabile,
leggiadro viso,
in pianto o in riso, è menzognero.
La donna è mobil
qual piuma al vento,
muta d'accento e di pensier!
È sempre misero
chi a lei s'affida,
chi le confida mal cauto il cuore!
Pur mai non sentesi
felice appieno
chi su quel seno non liba amore!
La donna è mobil
qual piuma al vento,
muta d'accento e di pensier!
e di pensier!
e di pensier!
ORIGINALE
Questo brano
è cantato da un tenore lirico, con grande spavalderia.
Ascoltiamo
una versione del canto, inserita nell’opera, come deve essere cantata.
L’interprete
che ho scelto è Luciano Pavarotti, un tenore adattissimo a questa parte. L’aria
è completa con tanto di scena. Notate come questo cantante esibisca questo
pezzo con grande esuberanza e facilità.
http://www.youtube.com/watch?v=xCFEk6Y8TmM
TRASFORMAZIONI
La
trasformazione che vedremo ora ha qualcosa di originale. Non si è limitata a
cambiare qualcosa, ma addirittura ha modificato totalmente il contesto in cui
si svolge. Generalmente sono contrario a questo tipo di cose, ma bravura di chi l’ha realizzata, Stéphany
Lambiel, comunque, l’ha resa un vero capolavoro.
Non vi dico
altro. Guardare per credere!
http://www.youtube.com/watch?v=TbTZXiCAF3A
IL SOPRANO
COLORATURA
L’opera è lo
forse spettacolo più elaborato e costoso al mondo, dopo madre natura.
Nato agli
inizi del Seicento, e sviluppatosi fino al 1950, pur non avendo, al giorno d’oggi,
molti compositori che scrivano opere nuove, e di successo, continua ad essere
eseguito, tramite i capolavori del passato, in tutto il mondo, praticamente
tutti i giorni del mondo, in centinaia di teatri sparsi per i quattro
continenti.
E questo lo
si farà per chissà quanti secoli ancora!
Sono
convinto che, quando una cosa dura nel tempo, non possa che non avere una sua
validità, altrimenti sarebbe già stata dismessa da un bel pezzo.
Nell’opera
tutto collabora alla realizzazione dello spettacolo: costumi, scene, strumenti
musicali, luci, effetti, ma, su tutto ciò, una cosa spicca, da sempre, ed è la
voce.
La voce è la
massima espressione dell’opera. La voce solista, che, fin dal Sei - Settecento,
ha creato degli standard vocali, che si possono cristallizzare nella
catalogazione delle sei voci che caratterizzano i cantanti, ossia, partendo
dalla voce più grave: Basso, Baritono, Tenore, Contralto, Mezzosoprano e
Soprano, pur essendo “incanalata” in queste “gabbie timbriche” può possedere
dei timbri, delle sfumature, che la rendono personale, e che ci fanno dire che
chi la possiede è un cantante eccezionale.
Tra i
cantanti eccezionali, alcuni hanno fatto scuola, hanno provato a tramandare la
loro tecnica ad altri, per insegnar loro il mestiere più bello del mondo; altri
non l’hanno potuto fare, perché la loro voce era talmente unica ed irripetibile
da non poter essere replicata. Ed è proprio di queste voci che ora tratteremo.
Tra i timbri
vocali femminili più di spicco, nel mondo della lirica, abbiamo i soprani. Tra
le voci che più rendono soggettivo, eccezionale e irripetibile il loro timbro,
dobbiamo prendere, sopra tutte, quelle dei “Soprani coloratura”, veri funamboli
della voce, potremmo dire i veri acrobati della voce, capaci, con le loro
esibizioni, di stupire e meravigliare qualunque persona li ascolti.
Questa
figura di soprano, così particolare, nasce per soddisfare le esigenze
dell’opera, tra il Seicento e la prima metà dell’Ottocento. In molte opere, la
presenza dell’ ”aria col da capo” ha favorito
l’aggiunta di abbellimenti e variazioni ad libitum alla seconda parte dell’aria
che, essendo “col da capo”, se fosse stata fatta uguale, sarebbe stata noiosa.
Il cantante, o la cantante, abbellivano allora la ripresa dell’aria con
abbellimenti, gorgheggi, note aggiunte, che facevano presa sul pubblico, lo
mandavano letteralmente in delirio.
Su Youtube
si trovano molti soprani coloratura, presi isolatamente, ma per chi volesse
farsi un’idea, anche se approssimativa, di cosa vuol significare questo timbro,
può andare direttamente sul link che vi propongo, in cui, pur in brevi
frammenti, potrà apprezzare qualche “tratto saliente” della bravura di una
ventina di queste sorprendenti interpreti.
Il link che
vi invito ad aprire contiene la
registrazione di un frammento ciascuna eseguito da: Mado Robin, Mady Mesple,
Lily Ponce, Silvia Voinea, Anna Moffo, Beverly Sills, Luciana Serra, Edda
Moser, Editha Gruberova, Joan Sutherland, June Anderson, Mariella Devia, Ruth
Ann Swenson, Natalie Dessay, Elisabeth Vidal, Diana Damrau, Desiree Biancatore,
Jessica Pratt, Maria Adelaida Rodriguez.
Sono state
le più grandi soprano coloratura al mondo, a partire dagli inizi del Novecento.
Il creatore
del link dice di aver escluso, tra tutte queste cantanti, Maria Callas, in
quanto è stata la più eccezionale, la più grande di tutte. Per lei,
probabilmente, non basterebbero neppure
una decina di link a parte.
http://www.youtube.com/watch?v=J-GPxk8n0aE