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La pista della morte

Faenza, 1 Giugno 2014

 

LA PISTA DELLA MORTE

 

Non sono un ingegnere, neppure un tecnico, tantomeno un esperto di viabilità, ma, quando ho letto l’articolo apparso su non ricordo bene quale giornale locale alcuni giorni orsono, come utente della strada, come guidatore di automobili, come ciclista e, scusate i come… come pedone, mi vien da fare alcune considerazioni.

Per chi non avesse letto l’articolo, esso si riferiva alla pista ciclabile di viale Marconi, a Faenza.

Il giornalista lamentava la precaria situazione di ciclisti e pedoni che, assai spesso, incorrono in incidenti lungo il percorso, in quanto automobilisti forse un po’ distratti non li hanno notati, e quindi, urtandoli, hanno provocato vari incidenti, non gravissimi, almeno per ora.

Nulla vieta, comunque, che gli incidenti possano diventare anche di gravità maggiore, anche se, naturalmente, pensando alla cosa mi vien da toccare tutto il toccabile.

 

Allora, per quanto riguarda la pista ciclabile di viale Marconi, in prima istanza, mi viene da fare una considerazione sulla presunta leggerezza di colui che l’ha progettata.

Infatti, non era più logico costruirla dal lato opposto, ossia, per intenderci, dal lato del Cimitero?

E mi spiego.

Dalla parte attuale, la pista ciclabile attraversa ben 18 incroci, almeno tre dei quali trafficatissimi.

Se fosse stata costruita nella parte opposta (quella dell’Orto Bertoni), gli incroci che avrebbe dovuto attraversare la pista sarebbero stati solo sette, sei dei quali con un impatto di traffico irrisorio (l’unico con un traffico degno di lode è quello dell’orto Bertoni, attualmente, ossia da una decina di anni, asservito da un bel semaforo.

L’ingegnere che ha progettato la pista avrà avuto le sue buone ragioni, naturalmente…

Lasciando da parte la dislocazione, veniamo alle cose più evidenti da chi la percorre e da chi guida l’automobile.

 

Prima cosa: il ciclista ha sempre la precedenza sulle automobili.

Mi chiedo: è indispensabile?

Anch’io sono pedone e ciclista, oltre ad automobilista, ma quando mi trovo a dover passare nella pista ciclabile nelle posizioni in cui interseca la via Giuliano da Maiano e la via Costa, o la piazza Lanzoni, se non sono matto del tutto, rallento e mi guardo attorno, perché in quelle intersezioni le auto non sempre vedono bene la situazione. Se un ciclista va troppo veloce, rischiano di metterlo sotto; se sono abbagliate dalla luce radente che proviene dalle bocche dei canali in orario antelucano, è difficile possano vedere qualcuno che passa.

In quelle posizioni, in particolare, non si potrebbe mettere il dare la precedenza al ciclista, come avviene per l’intersezione della pista ciclabile con il parcheggio dell’ospedale? O con il crocicchio di via Giuliano da Maiano verso i Cappuccini?

La cosa, ovviamente, non permetterebbe all’autista di stare distratto, ma imporrebbe il dare la precedenza al ciclista. E si eviterebbero incidenti.

Un altro, non trascurabile fatto, è la situazione della illuminazione della pista ciclabile.

Provate a dare la precedenza a una bici, o a un pedone, nello stop di Via Buozzi e vi accorgerete cosa vuol dire…

A proposito... le luci delle biciclette vanno tenute sempre accese, di notte, altrimenti il rischio di essere messi sotto aumenta in modo esponenziale!


Poi, il giornate lamentava il fatto che Viale Marconi è stretto, e che si permette il parcheggio da ambo i lati della strada, in alcuni tratti.

E’ vero, ma se i ciclisti rispettassero la segnaletica, che li obbliga a passare per la pista ciclabile, forse lo spazio sarebbe sufficiente.

Molto spesso si incontrano ciclisti ignoranti che, appaiati (non di rado in righe di tre o quattro ciclisti, nonostante abbiano automobili dietro, desiderose di passare, non si spostano, intralciando il traffico in modo assurdo.

In particolare questo succede con i ciclisti che “indossano” una bici da corsa.

Non solo non stanno dove dovrebbero, ma sembra proprio lo facciano apposta, intralciando il traffico in modo da non permettere la regolare circolazione ai veicoli.

Mi vien da dire: ma questi soggetti guidano mai una macchina?

E quando li incontri su strade trafficate, come la Granarolese, e si mettono in fila indiana, per cento e più, e non puoi sorpassarli, altrimenti rischi di far filotto, si rendono conto di ciò che stanno facendo?

E guai se ti permetti di suonare! Bene che ti vada, potrebbero mettersi in fila per sei, col resto di quattro…

 


Pier Giacomo Zauli


Categoria: La sicurezza nella strada Data di creazione: 01/06/2014
Sottocategoria: Circolando per Faenza e dintorni Ultima modifica: 13/07/2016
Permalink: La pista della morte Tag: La pista della morte
Inserita da: Pier Giacomo Zauli Pagina vista 1101 volte
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