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Buon gusto a teatro

 Faenza, 1 settembre 2022

 

Sto leggendo in questi giorni un libro molto interessante, che consiglio.

Si tratta di “Adotta un artista e convincilo a smettere per il suo bene” di Pablo Echaurren, edizioni Kellermann 2022, con note a margine di Gianfranco Sanguinetti.

Un volumetto di poco più di cento pagine, scritto in carattere abbastanza grande, che mette in crisi l’arte moderna: non quella con la A maiuscola, intendiamoci, ma certe produzioni scriteriate che vanno a diffondersi e che trovano la loro realizzazione solo, unicamente, nelle quotazioni di mercato e nell’ignoranza sempre più diffusa del pubblico.

Pablo Echaurren con questa piccola opera mette a nudo la grande truffa dell’arte contemporanea. Che, come sostiene Sanguinetti, “dà, e ha già dato, ripetutamente, la prova di essere essenzialmente credulona, oltre che ignorante. Le si può imbandire la tavola con mille cibi contraffatti, etichettati come “arte”, di cui essa si nutrirà senza mai protestare, così come non protesta per il neocibo che le è venduto in tutti i supermercati”.

Leggendo queste parole, e, ovviamente, il libro di Echaurren, mi viene da fare una relazione spontanea tra gli artisti contemporanei, il loro modo di lavorare e la situazione in cui si trova, spesso, l’opera, nelle mani dei registi dei nostri tempi.

Non voglio fare di tutta l’erba un fascio, ma troppo spesso mi trovo ad assistere a manipolazioni sceniche a mio parare assurde che vedo nei teatri di tutto il mondo.

Manipolazioni che, sovente, sono avallate, applaudite, da un pubblico totalmente ignorante che, quando va ad assistere alla messa in scena di un’opera non si perita minimamente di informarsi, prima, di chi sia l’Autore, di quale opera si tratti, da quale testo letterario derivi, di quali siano state le intenzioni di chi l’ha composta…

Rileggendo un articolo – intervista rilasciato al Carlino da Armando Castaldi, un vero appassionato del teatro lirico che tra pochi giorni compirà cent’anni, forse troviamo la risposta alla situazione di cui sopra.

Com’era il pubblico nel passato? Com’è quello contemporaneo?

La sua risposta, che copio testualmente dal testo pubblicato il 19 agosto 2022, va presa in grande considerazione.

“Praticamente tutto il pubblico (quasi… ndr) era fatto di veri appassionati, che con il tempo diventavano competenti. Ora c’è tanto presenzialismo e poca consapevolezza, così che passano indenni anche spettacoli assai discutibili. Di certo è molto migliorato il livello tecnologico degli allestimenti, ma non sempre il livello artistico. Quando cominciavo a frequentare il teatro d’opera comandavano i cantanti. Poi sono arrivati i grandi direttori d’orchestra, ma da che l’ultima parola la dicono i registi, tutto si è snaturato: prima vedevi un lavoro artistico congiunto, ora è soltanto una sovrapposizione prevaricante delle immagini sulla musica”.

 

Mi vien proprio da dire, purtroppo: parole sante!!!

 

Pier Giacomo Zauli 


Categoria: Cosa ne spenso Data di creazione: 01/09/2022
Sottocategoria: Varie Ultima modifica: 01/09/2022 17:41:17
Permalink: Buon gusto a teatro Tag: Buon gusto a teatro
Inserita da: Pier Giacomo Zauli Pagina vista 234 volte
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